Che ci fa un riminese in Papua Nuova Guinea? Padre Gianni Gattei e gli altri
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- Pubblicato: 12 Aprile 2018
Lui è Gianni Gattei, riminese doc (è nato alla Barafonda), di mestiere frate francescano. Da un quarto di secolo fa il missionario in Papua Nuova Guinea, un puntino sul mappamondo, in prossimità delle coste australiane, 14 mila chilometri dall’Italia. Padre Gattei figura tra i destinatari degli aiuti del 38° Campo Lavoro, in programma questo fine settimana, che ha previsto tra i progetti da sostenere anche il laboratorio di protesi aperto dai frati in quel lontano e poverissimo paese. Da quelle parti infatti, a causa della lebbra, le mutilazioni ai piedi e alle gambe sono all’ordine del giorno e la vecchia struttura, specie dopo lo tsunami del 1998, non basta più… Ce lo spiega lui stesso in una lettera di cui pubblichiamo alcuni stralci:
“Sono originario della ex-parrocchia di S. Giuliano Mare, ora S. Giuseppe al Porto. Qui feci le elementari mentre al seminario delle Grazie sono stato dalle medie fino al Liceo classico. Penso di essere il missionario più sconosciuto ai riminesi anche se sono in missione da 24 anni...
Dopo l’ordinazione partii per la Papua Nuova Guinea dove opero tutt’ora. La nostra Custodia ha 40 frati, 38 locali più me e un polacco. Tra i vari incarichi, mi occupo anche del Centro per lebbrosi e disabili che offre servizi per la riparazione delle protesi e delle carrozzelle, la cura delle piaghe della lebbra, ecc. Assistiamo i disabili anche nei loro villaggi e insegniamo ai familiari come aiutarli nei loro movimenti. Il Centro, specialmente dopo il dramma dello tsunami, deve assistere un numero crescente di pazienti ed è molto difficile da mantenere…
Mi fa piacere rimanere alla periferia, in questa esperienza fuori dal mondo, fisicamente estenuante, spiritualmente stra-arricchente, in mezzo a un popolo stupendo, colorato, semplice, violento e dolcissimo, in una natura che ti avvolge tutto. Ormai non torno più!
Oltre alla missione in Papua Nuova Guinea, tra le altre destinazioni principali del Campo Lavoro 2018 figurano il potenziamento dell’impianto fotovoltaico dell’ospedale di Mutoko in Zimbabwe fondato da Marilena Pesaresi, il nuovo reparto per malati di tubercolosi nella clinica di Maganasse in Etiopia sostenuta dal Gruppo Africa di Bellaria, la nuova cucina della scuola tecnica avviata nella missione in Uganda di frate Gilberto Bettini originario di Sant’Agata Feltria, i progetti educativi e di promozione umana della missione diocesana in Albania. Come gli anni scorsi, parte del ricavato del Campo sarà destinato alla Caritas diocesana per sostenere famiglie riminesi (italiane e immigrate) in difficoltà economica. Altri aiuti potranno essere decisi se il risultato finale lo consentirà. L’anno scorso, rivendendo stracci e rottami, il Campo Lavoro è riuscito a finanziare 13 progetti per un totale di 184.700 euro.