Associazione Campo lavoro 2. Non solo carte bollate…
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- Pubblicato: 13 Dicembre 2014
… ma anche brindisi, risate e tanti impegni per il futuro. Al di là dell’appuntamento formale, l’assemblea dei soci fondatori della neonata associazione Campo Lavoro missionario è stata l’occasione per una rimpatriata tra vecchi e nuovi amici, nel comune desiderio di proseguire un percorso che viene da lontano e che molto lontano vuole arrivare… Tra le testimonianze della serata, quelle di don Giovanni Vaccarini che ha celebrato una messa prima di passare alle firme, di Stefano Vitali, ex presidente della provincia di Rimini e oggi impegnato nel servizio missioni dell’APG 23 e quella di Tina Bartolini missionaria in Zambia per la Papa Giovanni (una delle destinazioni del Campo 2015). Tina ha raccontato la vita della missione, i tanti progetti avviati, le difficoltà ma anche la bellezza che i missionari incontrano ogni giorno. E’ toccato naturalmente al neo eletto presidente Gabriele Valentini riassumere i motivi che hanno portato alla nascita dell’associazione. Qui di seguito la sua intervista pubblicata sul settimanale “Il Ponte”.
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Il Campo Lavoro missionario diventa un’associazione. Intervista al neopresidente Gabriele Valentini
11 Dicembre 2014. Una data importante per il Campo Lavoro missionario che, giunto alla bella età di 35 anni, decide di metter su casa per conto proprio. L’indirizzo è a Rimini, Via Carlo Zavagli 73, presso la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, dove avrà sede l’associazione di volontariato costituita l’altra sera con tanto di notaio, carte bollate e una cinquantina di soci fondatori. Nato all’inizio degli anni ’80 all’ombra del Centro missionario Comboni di Riccione, che ne ha sempre curato gli aspetti amministrativi, il Campo Lavoro avrà da oggi un’autonoma personalità giuridica e dovrà cominciare a camminare con le proprie gambe.
Il perché di questa scelta lo chiediamo a Gabriele Valentini, campo lavoratore della prima ora, e da oggi presidente della neonata associazione.
In questi anni il Campo Lavoro è cresciuto enormemente. Da piccola iniziativa riccionese è diventato un evento che coinvolge l’intera comunità provinciale, fuori e dentro i confini della Chiesa. E per svolgere con maggiore legittimità questo compito (penso ad esempio ai rapporti sempre più frequenti con gli assessorati all’ambiente, cultura, servizi sociali dei Comuni) occorreva darsi un assetto giuridicamente riconosciuto e un’organizzazione più strutturata. Anche perché il Campo oggi non è più soltanto una semplice raccolta di materiali usati a scopo benefico ma una iniziativa con valenze culturali, educative, sociali.
Si interrompe dunque il rapporto con il Centro Comboni di Riccione?
Tutt’altro. Noi siano grati al Centro Comboni che ha consentito la nascita del Campo Lavoro e in questi anni l’ha accompagnato nella sua crescita, facendosi generosamente carico di tante incombenze che esulavano dai suoi compiti. Oggi crediamo che sia giunto il momento di sgravarlo da tale onere ma il rapporto con il Comboni resterà. Anche perché abbiamo tante cose da imparare…
Ma l’associazione, lo statuto con tutti i suoi paletti, non farà perdere un po’ di spontaneismo?
L’associazione rappresenta semplicemente un vestito giuridico che ci consentirà di svolgere con efficacia e precisione il nostro lavoro. Ma sotto il vestito ci siamo sempre noi: quel gruppo di matti, sudati e sorridenti che, come dice il nostro slogan, vorrebbe cambiare il mondo partendo dalle nostre vite quotidiane…
Come sarà organizzata l’associazione?
Lo statuto prevede l’istituzione di un Comitato direttivo composto da presidente, vicepresidente, e 7 componenti: uno per ciascun Centro di raccolta (Rimini, Riccione, Cattolica, Bellaria, Santarcangelo, Villa Verucchio) e uno indicato dalla Missio diocesana. L’assemblea sarà composta da tutti gli iscritti e sarà chiamata ad approvare il bilancio e la distribuzione degli utili. Il tutto all’insegna della massima trasparenza.
(Alberto Coloccioni)