Arrivati al centro Paolo's Home gli aiuti del Campo Lavoro
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- Pubblicato: 23 Dicembre 2019
Nella difficile realtà di Nairobi, in Kenya, opera Cittadinanza Onlus. L'associazione riminese cura e sostiene il centro Paolo's Home, una casa dove si offrono cure fisioterapiche a bambini e ragazzi con problemi fisici e psichici. Il Campo Lavoro 2019 ha sostenuto questa realtà missionaria con 5 mila euro che sono serviti principalmente a garantire la presenza di un secondo fisioterapista, Dominik. Ci dà notizia dei positivi sviluppi del centro Cecilia, campo lavoratrice di Villa Verucchio, che lavora per Cittadinanza.
Lettera | video
«È stato bello - dice Cecilia - rendersi conto che il risultato di quelle due giornate in giro per camion, mercatini e container avrebbe raggiunto anche i bimbi di Paolo’s Home, di cui ho ogni giorno le foto e le storie sotto gli occhi». La descrizione della realtà di Paolo's Home è lasciata invece alle parole di Maurizio, volontario che ha visitato il centro lo scorso settembre. «Una badilata in faccia», così descrive la sconvolgente quanto emozionante esperienza.
Per approfondire:
- Leggi le lettere di Cecilia e Maurizio e guarda alcuni scatti
- Guarda il video del piccolo Jayden, che ora può danzare
- Scarica il rendiconto narrativo del progetto sostenuto dal Campo Lavoro (con fotografie)
- Scopri di più sul progetto Paolo's Home e su Cittadinanza Onlus
- Guarda tutti i rendiconti dell'edizione 2019 finora pervenuti
Cari amici del Campo Lavoro Missionario, Lavoro a Cittadinanza Onlus da 3 anni e spesso ho il piacere di accompagnare i gruppi a visitare la realtà di Nairobi, un contesto davvero problematico, ma che, per un volontario, offre tanto in termini di messa in discussione, incontro con la povertà e con l’altro. È stato bello rendersi conto che il risultato di quelle due giornate in giro per camion, mercatini e container avrebbe raggiunto anche i bimbi di Paolo’s Home, di cui ho ogni giorno le foto e le storie sotto gli occhi, che a febbraio 2018 ho potuto conoscere di persona e reincontrare lo scorso settembre. Mi ritengo davvero fortunata a poter dedicare la mia giornata a servire una causa così bella, di cui condivido valori e visione. Per questa lettera ho deciso di far parlare Maurizio, un volontario partito per la prima volta in viaggio con noi a settembre 2019, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede del centro. Vi lascio con le sue parole e il video delle madri e operatrici del centro che danzano insieme al piccolo Jayden (che secondo le prime valutazioni non sarebbe mai stato in grado di camminare). Ancora grazie di cuore, P.s. Ci vediamo il 28 marzo! |
Kibera, una “badilata nella faccia”. La partecipazione alla riunione delle madri con figli con problemi fisici e psichici mi ha La baracca di dimensioni di 4 metri per 4 circa era senza finestre ed erano stati appesi fogli e disegni alle pareti di lamiera, nonché qualche luce, tipo le nostre natalizie, per consentire al bimbo di 11 anni, che non si poteva alzare, di distrarsi. Nella baracca vivevano 4 persone (nonna, 2 sorelle fra cui la madre ed il figlio che non era in grado di camminare). Con molta dignità la madre ci ha espresso la sua difficoltà a reperire soldi per le medicine. Ma la vera “badilata in faccia” l’ho ricevuta quando la stessa mi ha precisato che quel percorso che io avevo fatto a piedi con una certa difficoltà veniva percorso da lei quotidianamente con il figlio in spalla, per portare il ragazzo del peso di 35 kilogrammi al centro Paolo’s Home per le cure fisioterapiche, ben consapevole che continuando a vivere in quella baracca e crescendo il figlio non sarebbe stato per lei possibile portarlo a spalla alle cure, ma non per questo si lamentava della sua situazione e continuava la sua attività giornaliera senza visioni pessimistiche della sua vita. Per due ore non ho più parlato perché ogni commento era inutile. Altra “badilata” è stata la visita al mattino presto al posto, sempre a Kibera, dove dormivano bambini di strada che però, da ciò che dicevano, capivi che potrebbero essere recuperati se strappati a quella realtà senza futuro. Anche qui ero accompagnato da istruttori specializzati nel recupero di questi bambini. Sto ancora riflettendo sulle sensazioni e sulle esperienza vissute nel viaggio. Un abbraccio a tutti |