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Arrivati al centro Paolo's Home gli aiuti del Campo Lavoro
Nella difficile realtà di Nairobi, in Kenya, opera Cittadinanza Onlus. L'associazione riminese cura e sostiene il centro Paolo's Home, una casa dove si offrono cure fisioterapiche a bambini e ragazzi con problemi fisici e psichici. Il Campo Lavoro 2019 ha sostenuto questa realtà missionaria con 5 mila euro che sono serviti principalmente a garantire la presenza di un secondo fisioterapista, Dominik. Ci dà notizia dei positivi sviluppi del centro Cecilia, campo lavoratrice di Villa Verucchio, che lavora per Cittadinanza.
«È stato bello - dice Cecilia - rendersi conto che il risultato di quelle due giornate in giro per camion, mercatini e container avrebbe raggiunto anche i bimbi di Paolo’s Home, di cui ho ogni giorno le foto e le storie sotto gli occhi». La descrizione della realtà di Paolo's Home è lasciata invece alle parole di Maurizio, volontario che ha visitato il centro lo scorso settembre. «Una badilata in faccia», così descrive la sconvolgente quanto emozionante esperienza.
Per approfondire:
- Leggi le lettere di Cecilia e Maurizio e guarda alcuni scatti
- Guarda il video del piccolo Jayden, che ora può danzare
- Scarica il rendiconto narrativo del progetto sostenuto dal Campo Lavoro (con fotografie)
- Scopri di più sul progetto Paolo's Home e su Cittadinanza Onlus
- Guarda tutti i rendiconti dell'edizione 2019 finora pervenuti
Cari amici del Campo Lavoro Missionario, Lavoro a Cittadinanza Onlus da 3 anni e spesso ho il piacere di accompagnare i gruppi a visitare la realtà di Nairobi, un contesto davvero problematico, ma che, per un volontario, offre tanto in termini di messa in discussione, incontro con la povertà e con l’altro. È stato bello rendersi conto che il risultato di quelle due giornate in giro per camion, mercatini e container avrebbe raggiunto anche i bimbi di Paolo’s Home, di cui ho ogni giorno le foto e le storie sotto gli occhi, che a febbraio 2018 ho potuto conoscere di persona e reincontrare lo scorso settembre. Mi ritengo davvero fortunata a poter dedicare la mia giornata a servire una causa così bella, di cui condivido valori e visione. Per questa lettera ho deciso di far parlare Maurizio, un volontario partito per la prima volta in viaggio con noi a settembre 2019, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede del centro. Vi lascio con le sue parole e il video delle madri e operatrici del centro che danzano insieme al piccolo Jayden (che secondo le prime valutazioni non sarebbe mai stato in grado di camminare). Ancora grazie di cuore, P.s. Ci vediamo il 28 marzo! |
Kibera, una “badilata nella faccia”. La partecipazione alla riunione delle madri con figli con problemi fisici e psichici mi ha La baracca di dimensioni di 4 metri per 4 circa era senza finestre ed erano stati appesi fogli e disegni alle pareti di lamiera, nonché qualche luce, tipo le nostre natalizie, per consentire al bimbo di 11 anni, che non si poteva alzare, di distrarsi. Nella baracca vivevano 4 persone (nonna, 2 sorelle fra cui la madre ed il figlio che non era in grado di camminare). Con molta dignità la madre ci ha espresso la sua difficoltà a reperire soldi per le medicine. Ma la vera “badilata in faccia” l’ho ricevuta quando la stessa mi ha precisato che quel percorso che io avevo fatto a piedi con una certa difficoltà veniva percorso da lei quotidianamente con il figlio in spalla, per portare il ragazzo del peso di 35 kilogrammi al centro Paolo’s Home per le cure fisioterapiche, ben consapevole che continuando a vivere in quella baracca e crescendo il figlio non sarebbe stato per lei possibile portarlo a spalla alle cure, ma non per questo si lamentava della sua situazione e continuava la sua attività giornaliera senza visioni pessimistiche della sua vita. Per due ore non ho più parlato perché ogni commento era inutile. Altra “badilata” è stata la visita al mattino presto al posto, sempre a Kibera, dove dormivano bambini di strada che però, da ciò che dicevano, capivi che potrebbero essere recuperati se strappati a quella realtà senza futuro. Anche qui ero accompagnato da istruttori specializzati nel recupero di questi bambini. Sto ancora riflettendo sulle sensazioni e sulle esperienza vissute nel viaggio. Un abbraccio a tutti |
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La missione di Nanyuki e la maternità che sconfigge la mortalità infantile
A Nanyuki, una cittadina keniota 200 km a nord di Nairobi, esiste una missione gestita da Graziella e Giancarlo, due missionari laici di Bassano del Grappa. Essi nel 2014 hanno revitalizzato la missione realizzando un reparto ospedaliero di maternità, ove le mamme del circondario possono partorire in maniera sicura. Dalla sua inaugurazione ad oggi il reparto ha permesso la nascita di ben 5200 bambini, riducendo ai minimi la mortalità infantile. La zona pastorale Alba-Mater di Riccione da molti anni sostiene attivamente questa missione. Quest'anno i parrocchiani hanno chiesto al Campo Lavoro di sostenere la realizzazione di un inceneritore per i rifiuti ospedalieri, a norma secondo le nuove direttive del paese africano.
L'opera si era già conclusa nel gennaio 2019, ma anche grazie ai 2000 euro devoluti dal Campo si è potuti procedere al saldo finale. Marco e Carlo di Riccione questa estate si sono recati a Nanyuki per fotografare la missione e riportare in Italia gli straordinari risultati raggiunti in questi anni dal centro. Nel loro resoconto una dettagliata descrizione della missione e del nuovo inceneritore e tanti scatti fotografici.
La missione di Nairobi vista dagli occhi di Chiara
Chiara è una giovane riminese da sempre amica del Campo Lavoro. Da alcune settimane si trova a Nairobi, in Kenya, dove sta vivendo un’esperienza di servizio presso la casa di accoglienza gestita dall’Associazione Papa Giovanni XXIII. Presso la missione vengono accolti bambini e ragazzi di strada, con l’obiettivo di dar loro un futuro diverso rispetto alla miseria totale ed alla desolazione. L’estrema povertà di gran parte della popolazione di Nairobi porta questi ragazzi a far uso di sostanze chimiche droganti già in giovane età, al fine di alleviare i morsi della fame. Le parole di Chiara descrivono con occhi attenti ed appassionati la missione in cui si trova.
La casa di accoglienza di Nairobi è stata aiutata dall’edizione 2018 del Campo Lavoro. Grazie a tali aiuti ora la casa è dotata di una stalla per l’allevamento.
Sbarcati in Kenya gli aiuti del Campo Lavoro
Sono arrivati in Kenya gli aiuti dalla raccolta 2018. Stefano Vitali, dell'Associazione Papa Giovanni XXIII, amico e volontario del Campo Lavoro Missionario, era in visita presso il Centro G9 di Nairobi e ha spedito alla redazione due bellissimi filmati. Nella casa di accoglienza Simone è padre di una ventina di giovani sottratti dalla strada e dalla dipendenza dalla colla. L'unico modo per garantire loro un futuro è quello di dar loro accesso all'istruzione e la possibilità di un'occupazione. I 12 mila euro del Campo Lavoro 2018 sono stati impiegati per rendere coltivabile un appezzamento di terra e per restaurare parte di una vecchia porcilaia, divenuta ora un capanno per l'allevamento di conigli, galline e capre.
Le slum di Nairobi, capitale del Kenya, sono tra i luoghi più poveri del pianeta. Qui vivono moltissimi giovani che, per dimenticare la fame, fanno uso di colla dalla quale presto divengono dipendenti. Dare un futuro a questi giovani è lo scopo del Centro G9: seguiti dagli operatori, essi riscoprono il valore della vita e guardano con fiducia al futuro.
Per approfondire:
> Guarda qui sotto i video
> Conosci il Centro G9 (sito Condivisione fra i popoli | video di presentazione del centro | video sulla condizione dei giovani)