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Lunedì, 20 Aprile 2020 18:41

Il Campo Lavoro in aiuto della Caritas diocesana

Lunedì, 20 Aprile 2020 18:41

In questo tempo di distanziamento sociale, il Campo Lavoro non vuole far mancare la sua vicinanza alle povertà. Il Coronavirus ha messo in evidenza ed esasperato tante situazioni di povertà della nostra Diocesi e provincia. Per questo l'Associazione ha deciso di sostenere l'instancabile lavoro della Caritas diocesana. Con Mario, direttore di Caritas Rimini, si è appurato che il modo migliore per contribuire in questa emergenza sociale fosse quello di una donazione in denaro: devoluti 10 mila euro. Il denaro destinato alla Caritas diocesana è frutto di donazioni, mercatini ed altre iniziative del Campo Lavoro missionario svoltesi nel corso dell'anno. La somma sarà destinata all'acquisto dei pasti e dei beni di prima necessità per senzatetto, anziani soli, famiglie italiane ed extra comunitarie, per i poveri della porta accanto. Mario Galasso, a nome di tutta la Caritas diocesana, ha spedito alla redazione del Campo Lavoro una lettera di ringraziamento, in allegato.


Lunedì, 02 Marzo 2020 20:16

Dall'1 marzo e fino al 15 aprile 2020 è possibile presentare progetti missionari all'Associazione Campo Lavoro per richiederne il sostegno economico, in base ai risultati della 40^ raccolta del 28 e 29 marzo. A partire da questa edizione, dunque, i progetti missionari saranno presentati a ridosso della due giorni di raccolta e mercatini. In questo modo l'ammontare del sostegno ai missionari potrà essere comunicato con maggiore precisione, sulla base del risultato dell'edizione. Si ricorda che possono fare richiesta di sostegno economico al Campo Lavoro tutti i missionari e i membri di associazioni della Diocesi di Rimini e provincia che si occupano di Missione. Le richieste vanno indirizzate alla segreteria del Campo Lavoro seguendo le istruzioni indicate nell'apposita sezione del nostro sito ed attenendosi all'apposito regolamento. Tutte le richieste saranno poi vagliate con attenzione quindi selezionate.

Scopri come presentare un progetto missionario


Domenica, 09 Febbraio 2020 12:56

Cosa significa Missione nel 2020? Questa la domanda che accompagna i cinque incontri della Scuola di Missiologia 2020, organizzata dall'Ufficio missionario della Diocesi di Rimini. Punto di partenza sono le parole di papa Francesco: «La Chiesa non è una ONG»: la Missione cristiana, come un aereo, ha due ali: annuncio e promozione umana. Le cinque lezioni si terranno per cinque giovedì, a partire dal 20 febbraio, presso la sede dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose (via Covignano 265, Rimini) dalle 20.45 alle 22.25. Gradita comunicazione della partecipazione a .

 

Gli appuntamenti della Scuola di Missiologia 2020:

  • Giovedì 20 febbraio 2020
    Excursus sul Magistero circa la Missione
    prof. Carmelo Dotolo (teologo)
  • Giovedì 27 febbraio 2020
    Il sinodo sull'Amazzonia e la Laudato Si': la cura della casa comune e i suoi abitanti
    Fratello Antonio Sofientini (Comboniano)
  • Giovedì 5 marzo 2020
    La Teologia incarnata: Teologia della Liberazione e Teologia del Popolo
    Padre Michele Pio Sardella (antropologo, Comboniano)
  • Giovedì 12 marzo 2020
    Modalità e strumenti per una nuova esperienza missionaria
    Padre Michele Pio Sardella
  • Giovedì 19 marzo 2020
    La Missio Diocesana
    Don Aldo Fonti (direttore Missio Rimini) e l'equipe di Missio

 

 


Lunedì, 23 Dicembre 2019 16:39

Nella difficile realtà di Nairobi, in Kenya, opera Cittadinanza Onlus. L'associazione riminese cura e sostiene il centro Paolo's Home, una casa dove si offrono cure fisioterapiche a bambini e ragazzi con problemi fisici e psichici. Il Campo Lavoro 2019 ha sostenuto questa realtà missionaria con 5 mila euro che sono serviti principalmente a garantire la presenza di un secondo fisioterapista, Dominik. Ci dà notizia dei positivi sviluppi del centro Cecilia, campo lavoratrice di Villa Verucchio, che lavora per Cittadinanza.

 

«È stato bello - dice Cecilia - rendersi conto che il risultato di quelle due giornate in giro per camion, mercatini e container avrebbe raggiunto anche i bimbi di Paolo’s Home, di cui ho ogni giorno le foto e le storie sotto gli occhi». La descrizione della realtà di Paolo's Home è lasciata invece alle parole di Maurizio, volontario che ha visitato il centro lo scorso settembre. «Una badilata in faccia», così descrive la sconvolgente quanto emozionante esperienza.

 

Per approfondire:

 

Cari amici del Campo Lavoro Missionario,
mi chiamo Cecilia e vengo da Villa Verucchio.
Ci siamo visti più volte, in varie occasioni, ultima tra queste la serata di condivisione e testimonianze del 20 settembre.

Lavoro a Cittadinanza Onlus da 3 anni e spesso ho il piacere di accompagnare i gruppi a visitare la realtà di Nairobi, un contesto davvero problematico, ma che, per un volontario, offre tanto in termini di messa in discussione, incontro con la povertà e con l’altro.
Vorrei dirvi grazie per aver deciso di sostenere il progetto Paolo’s Home non solo a nome di Cittadinanza ma anche e soprattutto a titolo personale, come affezionata volontaria di tante edizioni del Campo Lavoro. Grazie per aver creato un legame tra due realtà in cui credo profondamente.

È stato bello rendersi conto che il risultato di quelle due giornate in giro per camion, mercatini e container avrebbe raggiunto anche i bimbi di Paolo’s Home, di cui ho ogni giorno le foto e le storie sotto gli occhi, che a febbraio 2018 ho potuto conoscere di persona e reincontrare lo scorso settembre.

Mi ritengo davvero fortunata a poter dedicare la mia giornata a servire una causa così bella, di cui condivido valori e visione. Per questa lettera ho deciso di far parlare Maurizio, un volontario partito per la prima volta in viaggio con noi a settembre 2019, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede del centro.

Vi lascio con le sue parole e il video delle madri e operatrici del centro che danzano insieme al piccolo Jayden (che secondo le prime valutazioni non sarebbe mai stato in grado di camminare).

Ancora grazie di cuore,
Cecilia

P.s. Ci vediamo il 28 marzo!

 

 

 

 

Kibera, una “badilata nella faccia”.
Ho avuto la fortuna di partecipare al viaggio a Nairobi, in occasione dell’inaugurazione di Paolo’s Home, progetto portato avanti con capacità e prossimità alla popolazione locale africana da parte di Cittadinanza Onlus. L’organizzazione e l’attenzione ai particolari ha reso possibile non vivere quei giorni da turista, ma di immergersi in una realtà difficile da comprendere se non vissuta in loco. Ciò è stato reso possibile grazie al programma di viaggio pensato per noi, che ha reso possibile un continuo contatto con la popolazione locale e con esperienze anche crude che però sono state interiorizzate senza tante parole inutili dai partecipanti. Il metodo induttivo al quale fa riferimento Papa Francesco si basa su tre concetti: “osservare-giudicare –agire”. Abbiamo osservato il contesto di una realtà nemmeno lontanamente paragonabile alla nostra europea e la sensazione è stata quella di una “badilata in faccia che ti lasciava senza parole”. La conseguente riflessione e come relazionarsi con i temi del terzo mondo viene lasciata ad ognuno di noi.

La partecipazione alla riunione delle madri con figli con problemi fisici e psichici mi ha
consentito di comprendere come queste donne, quasi sempre abbandonate dall’uomo e disprezzate dalla società locale perché ritenute incomprensibilmente responsabili della
malattia dei propri figli, siano in grado di lottare, di sacrificarsi ed amare il proprio figlio,
dimenticando sè stesse e la propria vita. Uno dei pochi momenti in cui riescono a valutare la propria situazione avviene quando si incontrano con altre donne nella stessa condizione e studiano come sopravvivere, tenere in vita e curare l’amato figlio e
progettare qualche iniziativa portata avanti insieme per il mangiare e le medicine. Questi
miniprogetti vengono sottoposti all’attenzione dei responsabili di Paolo’s Home per aiutarli nella gestione di un fondo comune in grado di aiutarli nella sopravvivenza. Abbiamo visitato la baracca di una di loro all’interno della baraccopoli la Kibera (dove vivono più di 500.000 persone) e l’abbiamo raggiunta dopo circa 45 minuti di cammino in mezzo a buche, percorsi senza alcun tipo di strada e saliscendi continui adiacenti a piccoli corsi d’acqua di liquami vari. E’ inutile dire che non vi è luce, gas ed acqua corrente ed il cibo viene scaldato in piccoli contenitori di carbonella che però spesso non possono essere utilizzati vicino alla baracca perché i percorsi sono inagibili.

La baracca di dimensioni di 4 metri per 4 circa era senza finestre ed erano stati appesi fogli e disegni alle pareti di lamiera, nonché qualche luce, tipo le nostre natalizie, per consentire al bimbo di 11 anni, che non si poteva alzare, di distrarsi. Nella baracca vivevano 4 persone (nonna, 2 sorelle fra cui la madre ed il figlio che non era in grado di camminare). Con molta dignità la madre ci ha espresso la sua difficoltà a reperire soldi per le medicine. Ma la vera “badilata in faccia” l’ho ricevuta quando la stessa mi ha precisato che quel percorso che io avevo fatto a piedi con una certa difficoltà veniva percorso da lei quotidianamente con il figlio in spalla, per portare il ragazzo del peso di 35 kilogrammi al centro Paolo’s Home per le cure fisioterapiche, ben consapevole che continuando a vivere in quella baracca e crescendo il figlio non sarebbe stato per lei possibile portarlo a spalla alle cure, ma non per questo si lamentava della sua situazione e continuava la sua attività giornaliera senza visioni pessimistiche della sua vita. Per due ore non ho più parlato perché ogni commento era inutile.
Forse un aiuto specifico potrebbe essere fornito a progetti di queste madri con tali problemi.

Altra “badilata” è stata la visita al mattino presto al posto, sempre a Kibera, dove dormivano bambini di strada che però, da ciò che dicevano, capivi che potrebbero essere recuperati se strappati a quella realtà senza futuro. Anche qui ero accompagnato da istruttori specializzati nel recupero di questi bambini. Sto ancora riflettendo sulle sensazioni e sulle esperienza vissute nel viaggio.

Un abbraccio a tutti
Maurizio Ioli

 

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45 anni di campo lavoro missionario

314
progetti missionari sostenuti

36
paesi raggiunti nei 5 continenti

2000+
volontari coinvolti ogni anno

Da 5000 a
150.000
case raggiunte nel riminese

3,5 MLN
di Euro destinati alle missioni

32.146
quintali di indumenti raccolti

67.005
quintali di ferro raccolti

22.867
quintali di carta raccolti

4.080
quintali di elettrodomestici raccolti

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