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Il Campo Lavoro in aiuto della Caritas diocesana
In questo tempo di distanziamento sociale, il Campo Lavoro non vuole far mancare la sua vicinanza alle povertà. Il Coronavirus ha messo in evidenza ed esasperato tante situazioni di povertà della nostra Diocesi e provincia. Per questo l'Associazione ha deciso di sostenere l'instancabile lavoro della Caritas diocesana. Con Mario, direttore di Caritas Rimini, si è appurato che il modo migliore per contribuire in questa emergenza sociale fosse quello di una donazione in denaro: devoluti 10 mila euro. Il denaro destinato alla Caritas diocesana è frutto di donazioni, mercatini ed altre iniziative del Campo Lavoro missionario svoltesi nel corso dell'anno. La somma sarà destinata all'acquisto dei pasti e dei beni di prima necessità per senzatetto, anziani soli, famiglie italiane ed extra comunitarie, per i poveri della porta accanto. Mario Galasso, a nome di tutta la Caritas diocesana, ha spedito alla redazione del Campo Lavoro una lettera di ringraziamento, in allegato.
Presentazione progetti missionari: c'è tempo fino al 15 aprile 2020
Dall'1 marzo e fino al 15 aprile 2020 è possibile presentare progetti missionari all'Associazione Campo Lavoro per richiederne il sostegno economico, in base ai risultati della 40^ raccolta del 28 e 29 marzo. A partire da questa edizione, dunque, i progetti missionari saranno presentati a ridosso della due giorni di raccolta e mercatini. In questo modo l'ammontare del sostegno ai missionari potrà essere comunicato con maggiore precisione, sulla base del risultato dell'edizione. Si ricorda che possono fare richiesta di sostegno economico al Campo Lavoro tutti i missionari e i membri di associazioni della Diocesi di Rimini e provincia che si occupano di Missione. Le richieste vanno indirizzate alla segreteria del Campo Lavoro seguendo le istruzioni indicate nell'apposita sezione del nostro sito ed attenendosi all'apposito regolamento. Tutte le richieste saranno poi vagliate con attenzione quindi selezionate.
Non basta distribuire il pane. Scuola di missiologia 2020
Cosa significa Missione nel 2020? Questa la domanda che accompagna i cinque incontri della Scuola di Missiologia 2020, organizzata dall'Ufficio missionario della Diocesi di Rimini. Punto di partenza sono le parole di papa Francesco: «La Chiesa non è una ONG»: la Missione cristiana, come un aereo, ha due ali: annuncio e promozione umana. Le cinque lezioni si terranno per cinque giovedì, a partire dal 20 febbraio, presso la sede dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose (via Covignano 265, Rimini) dalle 20.45 alle 22.25. Gradita comunicazione della partecipazione a .
Gli appuntamenti della Scuola di Missiologia 2020:
- Giovedì 20 febbraio 2020
Excursus sul Magistero circa la Missione
prof. Carmelo Dotolo (teologo) - Giovedì 27 febbraio 2020
Il sinodo sull'Amazzonia e la Laudato Si': la cura della casa comune e i suoi abitanti
Fratello Antonio Sofientini (Comboniano) - Giovedì 5 marzo 2020
La Teologia incarnata: Teologia della Liberazione e Teologia del Popolo
Padre Michele Pio Sardella (antropologo, Comboniano) - Giovedì 12 marzo 2020
Modalità e strumenti per una nuova esperienza missionaria
Padre Michele Pio Sardella - Giovedì 19 marzo 2020
La Missio Diocesana
Don Aldo Fonti (direttore Missio Rimini) e l'equipe di Missio
Arrivati al centro Paolo's Home gli aiuti del Campo Lavoro
Nella difficile realtà di Nairobi, in Kenya, opera Cittadinanza Onlus. L'associazione riminese cura e sostiene il centro Paolo's Home, una casa dove si offrono cure fisioterapiche a bambini e ragazzi con problemi fisici e psichici. Il Campo Lavoro 2019 ha sostenuto questa realtà missionaria con 5 mila euro che sono serviti principalmente a garantire la presenza di un secondo fisioterapista, Dominik. Ci dà notizia dei positivi sviluppi del centro Cecilia, campo lavoratrice di Villa Verucchio, che lavora per Cittadinanza.
«È stato bello - dice Cecilia - rendersi conto che il risultato di quelle due giornate in giro per camion, mercatini e container avrebbe raggiunto anche i bimbi di Paolo’s Home, di cui ho ogni giorno le foto e le storie sotto gli occhi». La descrizione della realtà di Paolo's Home è lasciata invece alle parole di Maurizio, volontario che ha visitato il centro lo scorso settembre. «Una badilata in faccia», così descrive la sconvolgente quanto emozionante esperienza.
Per approfondire:
- Leggi le lettere di Cecilia e Maurizio e guarda alcuni scatti
- Guarda il video del piccolo Jayden, che ora può danzare
- Scarica il rendiconto narrativo del progetto sostenuto dal Campo Lavoro (con fotografie)
- Scopri di più sul progetto Paolo's Home e su Cittadinanza Onlus
- Guarda tutti i rendiconti dell'edizione 2019 finora pervenuti
Cari amici del Campo Lavoro Missionario, Lavoro a Cittadinanza Onlus da 3 anni e spesso ho il piacere di accompagnare i gruppi a visitare la realtà di Nairobi, un contesto davvero problematico, ma che, per un volontario, offre tanto in termini di messa in discussione, incontro con la povertà e con l’altro. È stato bello rendersi conto che il risultato di quelle due giornate in giro per camion, mercatini e container avrebbe raggiunto anche i bimbi di Paolo’s Home, di cui ho ogni giorno le foto e le storie sotto gli occhi, che a febbraio 2018 ho potuto conoscere di persona e reincontrare lo scorso settembre. Mi ritengo davvero fortunata a poter dedicare la mia giornata a servire una causa così bella, di cui condivido valori e visione. Per questa lettera ho deciso di far parlare Maurizio, un volontario partito per la prima volta in viaggio con noi a settembre 2019, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede del centro. Vi lascio con le sue parole e il video delle madri e operatrici del centro che danzano insieme al piccolo Jayden (che secondo le prime valutazioni non sarebbe mai stato in grado di camminare). Ancora grazie di cuore, P.s. Ci vediamo il 28 marzo! |
Kibera, una “badilata nella faccia”. La partecipazione alla riunione delle madri con figli con problemi fisici e psichici mi ha La baracca di dimensioni di 4 metri per 4 circa era senza finestre ed erano stati appesi fogli e disegni alle pareti di lamiera, nonché qualche luce, tipo le nostre natalizie, per consentire al bimbo di 11 anni, che non si poteva alzare, di distrarsi. Nella baracca vivevano 4 persone (nonna, 2 sorelle fra cui la madre ed il figlio che non era in grado di camminare). Con molta dignità la madre ci ha espresso la sua difficoltà a reperire soldi per le medicine. Ma la vera “badilata in faccia” l’ho ricevuta quando la stessa mi ha precisato che quel percorso che io avevo fatto a piedi con una certa difficoltà veniva percorso da lei quotidianamente con il figlio in spalla, per portare il ragazzo del peso di 35 kilogrammi al centro Paolo’s Home per le cure fisioterapiche, ben consapevole che continuando a vivere in quella baracca e crescendo il figlio non sarebbe stato per lei possibile portarlo a spalla alle cure, ma non per questo si lamentava della sua situazione e continuava la sua attività giornaliera senza visioni pessimistiche della sua vita. Per due ore non ho più parlato perché ogni commento era inutile. Altra “badilata” è stata la visita al mattino presto al posto, sempre a Kibera, dove dormivano bambini di strada che però, da ciò che dicevano, capivi che potrebbero essere recuperati se strappati a quella realtà senza futuro. Anche qui ero accompagnato da istruttori specializzati nel recupero di questi bambini. Sto ancora riflettendo sulle sensazioni e sulle esperienza vissute nel viaggio. Un abbraccio a tutti |
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